11.04.2025

RIBI 2025: I gestori patrimoniali devono dimostrare credibilità

La settima edizione del Responsible Investment Brand Index (RIBI) 2025 segna un punto di svolta significativo nel settore della gestione patrimoniale. Il rapporto mostra che i criteri ESG (Ambientale, Sociale, di Governance) da soli non sono più sufficienti per garantire la credibilità dei gestori patrimoniali. Invece, viene richiesta un’identità chiara e autentica.

Risultati principali del RIBI 2025

  • Valutazione dei gestori patrimoniali: Il RIBI valuta a livello globale 623 gestori patrimoniali in base al loro impegno per un investimento responsabile e al loro marchio.
  • Nuove richieste per il settore: Lo studio sottolinea che un purpose chiaramente definito da solo non basta; deve essere supportato da un sistema di valori differenziato. Solo circa la metà degli operatori ha definito un tale scopo esistenziale e lo ha integrato nella propria strategia.
  • Differenze regionali:
    • L’Europa continua a dominare con valutazioni superiori alla media.
    • La Francia supera i Paesi Bassi come regione più performante.
    • Il Giappone mostra un’eccellente integrazione degli investimenti responsabili senza cosiddetti “Laggards”.
    • Gli Stati Uniti hanno la quota più alta di Laggards nonostante il maggior numero di gestori patrimoniali.
    • La Cina compie progressi a un livello basso e ottiene risultati migliori rispetto agli Stati Uniti.
  • Classifica Top-10: I migliori gestori patrimoniali includono DPAM, CANDRIAM, Pictet Asset Management, oltre a nuovi entranti come Nuveen e Mirova.

Importanza per gli investitori

Le scoperte del RIBI sono fondamentali per gli investitori:

  • Decisioni d’investimento: Aiutano nella selezione di istituzioni fidate prendendo in considerazione l’autenticità e la chiarezza strategica oltre ai puri criteri ESG.
  • Affidabilità: Un’identità chiara e un’implementazione coerente degli standard etici sono centrali per la fiducia nelle istituzioni finanziarie.

Nel complesso, il RIBI 2025 segnala un passaggio alla prossima generazione di investimento responsabile – Responsible Investment 2.0 – in cui l’autenticità è un fattore decisivo rispetto alla semplice conformità agli standard ESG.