Contesto e basi della decisione
La Banca Centrale Europea (BCE) ha abbassato il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base all’2,25% il 17 aprile 2025, la settima riduzione in un anno. Questo passo segue una serie di abbassamenti a partire dall’estate del 2024 e segna un netto cambiamento di politica monetaria per stimolare l’economia.
La BCE giustifica la sua decisione con un processo di disinflazione in corso: l’inflazione nella zona euro si avvicina al target del 2%, con l’inflazione totale e quella di fondo recentemente diminuite. Allo stesso tempo, tensioni commerciali (in particolare i dazi statunitensi) e una previsione congiunturale moderata gravano sull’economia. La riduzione è intesa a rendere i prestiti più economici, promuovere gli investimenti e rafforzare la fiducia nella stabilità della zona euro.
Impatto sui mercati finanziari e sui consumatori
Per i risparmiatori
- I tassi di interesse su conti di deposito e depositi vincolati continuano a scendere: le banche adeguano i tassi con ritardo – secondo Verivox, i tassi sono calati dopo la riduzione di marzo più di quanto non fosse accaduto dal 2012.
- Perdite reali con bassa inflazione: Con tassi d’inflazione vicini al 2%, molti conti offrono poco o nulla di rendimento reale.
Per i mutuatari
- Rate di prestito più convenienti: I prestiti a breve termine (ad esempio per auto o ristrutturazioni) diventano più attraenti; alcuni rivenditori offrono già finanziamenti a zero percento.
- Tassi sui mutui sotto pressione: I tassi ipotecari a lungo termine potrebbero seguire, poiché i rendimenti delle obbligazioni scendono.
Settore bancario
- I tassi di scoperto scendono con ritardo, il che rende più economiche le scoperte a medio termine – si consiglia il rifinanziamento in prestiti più convenienti.
- I costi di rifinanziamento delle banche diminuiscono, riducendo la pressione sui margini.
Inquadramento monetario e previsioni
Il Consiglio della BCE sottolinea una strategia dipendente dai dati senza un percorso di tassi di interesse predeterminato, ma reagisce a:
- Crescita salariale attenuata e sviluppi dei profitti che attenuano la pressione sui prezzi.
- Rischi globali derivanti da conflitti commerciali che potrebbero rallentare le esportazioni (ad esempio: gli esportatori svizzeri già subiscono i dazi statunitensi fino al 31%).
Gli esperti di Commerzbank prevedono ulteriori abbassamenti fino a un tasso di deposito dell’1,75% entro la fine dell’anno, mentre la LBBW Research ha aggiornato le previsioni nel calendario economico.
Rischi macroeconomici
Nonostante segnali di inflazione positivi, ci sono sfide: l’inflazione di fondo è al 2,4%, ancora sopra il target, e un ulteriore rafforzamento dell’euro potrebbe gravare ulteriormente sulle esportazioni – un fattore che la BCE sta cercando di attenuare con una politica espansiva.