Le prossime trattative tra USA e Cina sul conflitto tariffario vengono osservate dagli analisti di mercato e dagli attori politici con cauto ottimismo. Dopo una fase di escalation, in cui entrambe le parti hanno drasticamente aumentato le tariffe su determinati beni – a un certo punto fino al 145% da parte degli USA sui prodotti cinesi e fino al 125% dalla Cina sui beni statunitensi – ora ci sono di nuovo sviluppi nei colloqui.
Nuove trattative e riduzioni delle tariffe
A metà maggio, gli USA e la Cina hanno concordato di ridurre notevolmente, per inizialmente 90 giorni, le rispettive tariffe (dal 145% a circa il 30%), per creare spazio per nuove trattative. Questa pausa è stata interpretata come un segnale positivo, anche se il conflitto non è ancora risolto. Esiste la speranza che, attraverso ulteriori colloqui, si possa trovare una soluzione duratura.
Implicazioni economiche
Il presidente USA Donald Trump ha annunciato nuovamente il 6 giugno nuove trattative tariffarie con la Cina. Allo stesso tempo, tuttavia, persistono altri conflitti commerciali: gli USA hanno imposto nella primavera nuove tariffe complessive (10% globale, fino al 25-50% su acciaio, alluminio e automobili), escludendo per il momento Canada e Messico. Anche con l’UE sono in corso intensi colloqui sulla politica commerciale.
I mercati reagiscono in modo sensibile a questi sviluppi: ogni annuncio di nuovi colloqui o una riduzione delle barriere commerciali viene valutato come potenzialmente positivo per lo sviluppo economico globale. Tuttavia, gli analisti continuano a sottolineare il rischio di un ritorno a vecchi schemi o a una nuova escalation del conflitto.
In sintesi:
– Situazione attuale: USA e Cina hanno temporaneamente abbassato le tariffe reciproche e pianificano nuovi colloqui.
– Barlume di speranza: Gli incontri previsti offrono motivo di speranza per progressi nella controversia commerciale.
– Influenza sui mercati: Segnali positivi tendono a generare ottimismo nei mercati finanziari.
– Rischi: Il conflitto non è ancora risolto; è possibile un ritorno a vecchi schemi.
In generale, esiste quindi una giustificata speranza che i prossimi colloqui tra le due maggiori economie possano portare a progressi – il che avrebbe effetti positivi sia politicamente che economicamente.