08.07.2025

Politica tariffaria degli Stati Uniti: Estensione dei dazi fino ad agosto 2025

Il termine tariffario prolungato porta i mercati nell’incertezza

Il 8 luglio 2025, i mercati finanziari sono stati notevolmente influenzati dagli sviluppi più recenti nella politica tariffaria degli Stati Uniti. Il Presidente Donald Trump ha esteso il termine per l’introduzione di nuovi dazi, che inizialmente sarebbero dovuti scadere il 9 luglio, fino al 1° agosto. Questi aumenti tariffari riguardano principalmente le importazioni da 14 paesi, tra cui Giappone, Corea del Sud e altri stati asiatici, con tassi doganali fino al 40%.

I tassi doganali elevati minacciano le relazioni commerciali

Trump ha annunciato che dal 1° agosto entreranno in vigore elevati dazi, a meno che non vengano conclusi nuovi accordi commerciali prima. L’UE non è attualmente colpita da queste nuove disposizioni, poiché non viene inviato alcun avviso doganale a essa. Tuttavia, il tema rimane rilevante per gli investitori europei, poiché incertezze e possibili escalation nella politica commerciale statunitense potrebbero avere ripercussioni sul DAX e su altri indici europei.

Reazioni di mercato e prospettive

Le reazioni delle borse statunitensi a questi annunci erano già visibili: dopo l’annuncio delle lettere doganali a Giappone e Corea del Sud, i principali indici azionari statunitensi hanno amplificato le loro perdite. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha anche dichiarato che entro 48 ore potrebbero seguire ulteriori decisioni commerciali, il che fa presagire una maggiore volatilità.

Per gli investitori, ciò significa un periodo di maggiore incertezza: lo sviluppo dei negoziati tra gli Stati Uniti e i loro partner commerciali, nonché le possibili contromisure di altri paesi, devono essere monitorati con attenzione. Questi fattori sono cruciali per prendere decisioni di investimento informate sia negli Stati Uniti che in Europa.

  • Aumento del termine tariffario statunitense: Nuovi dazi entreranno in vigore il 1° agosto al più presto.
  • Paesi colpiti: Principalmente stati asiatici con aumenti fino al 40%.
  • UE risparmiata per ora: Nessun aumento tariffario immediato annunciato.
  • Reazioni di mercato: Perdite nei principali indici statunitensi dopo l’annuncio.
  • Prospettive: Ulteriori decisioni commerciali attese a breve.